"Aa Pumpiara" Via IV Novembre
Lavatoio BUGGIO
Fontana d'Anzerin o Fontana dei "Peugli"
Fontana dei "Canui" (Citata nel 1575, All'Orgine era contro il muro della Chiesa Parrocchiale)
Fontana di "Dereca" (Piazzetta Santa Croce)
Lavatoio (Piazzetta Santa Croce)
A Buggio ci sono 7 Fontane:
Fontana dei Ponti (Villa Isnardi)
La bottega del Falegname
Un "Sacùn". Allacciato alla vita a mo' di marsupio, serviva per riporvi le olive cadute per terra e raccolte a mano una per una. Altri tempi. Altri tempi davvero!
BREVE DESCRIZIONE
Il Balcone di Marta è un costone roccioso che si protende dalla Cima di Marta, situata sullo spartiacque tra le Valli Argentine e Roja, verso la parte mediana di quest'ultima.
Tra il Balcone di Marta e la sottostante altura., denominata Castello di Marta, è stato scavato tra il 1938 e il 1940 il più vasto complesso fortificato in caverna del Vallo Alpino occidentale, costituito da tre opere sotterranee collegate fra loro.
Detto complesso è formato da una batteria di artiglieria, denominata Batteria del Balcone o 605a Batteria, ubicata sotto la Cima del Balcone di Marta, e da due centri di resistenza di fanteria, denominati Centro 35bis e Centro 35, ubicati rispettivamente nel costone roccioso tra il Balcone e il Castello di Marta e sotto il Castello stesso.
Il complesso fortificato si sviluppa orizzontalmente su una lunghezza di circa 550m. e su un dislivello complessivo di ben 135m. (corrispondente a un palazzo di 45 piani!).
Dopo la modifica del confine tra Italia e Francia sancita del trattato di pace del 10 Febbraio 1947 queste opere, assieme a tutto quelle dei dintorni,sono passate in territorio francese.
LE GROTTE
La particolare natura del territorio ha favorito la formazione di grotte che si trovano numerose in PIGNA (oltre 150!). La grotta della Melosa con 235m. di dislivello è la più profonda cavità della Liguria, mentre la grotta dei "Rugli", con uno sviluppo quasi di 2Km, è per estensione la seconda della regione. Da ricordare il suggestivo lago artificiale di Tenarda, unico nella Provincia.
PIGNA pittorica, con le opere più notevoli di Giovanni Canavesio (un artista fecondissimo, attivo tra il 1450 e il 1500): il ciclo degli affreschi della chiesa di San Bernardo e il grandioso Polittico della chiesa Parocchiale di San Michele Arcangelo.
PIGNA delle tradizioni, religiose e profane, con la benedizione delle mandrie, l'offerta degli agnelli alla messa di Natale, l'attesa, coperti solo da un lenzuolo bagnato con una canna verde in mano, dei Re Magi sul ponte di Lago Pigo, gli ex-voto, le confraternite, ora "compagnie", le "masche", ovvero le streghe, che rapivano le giovani fanciulle avventuratesi, nelle ore notturne, sulla strada, le "vegliade" serali per ascoltare, fuori dell'uscio di casa, al chiarore di un lume ad olio, le storie degli anziani e i progetti dei giovani, il "Ciaravigliu", un modo ed assordante per ottenere libagioni gratuite un vedovo passato a nuove nozze.
PIGNA culturale, custode del suo dialetto con una significativa fioritura letteraria di poesie e una brillante produzione teatrale di commedie, che trova annuale palcoscenico nel Festival della Poesia e della Commedia Intemelia. La memoria del luogo, i racconti delle sue pietre e degli ulivi si trovano nel Museo della Civiltà Contadina in Piazza XX Settembre, espressione del ricco universo pignasco, dalle zone più selvagge (la montagna con la pastorizia, le transumanze, la raccolta del miele e della lavanda), alla zona del bosco (con le grotte, le catsgne la caccia), fino al mondo contadino, verso il borgo medievale con le sue case, i monumenti, le opere d'arte e le attività artigianali.
Da PIGNA capoluogo a Buggio, sua frazione, la strada è breve: 5Km in discesa per raggiungere un borgo chiuso, annidato ai piedi del Monte Toraggio, in una conca naturale, cui fanno da cornice i pirmi massicci montuosi delle Alpi Marittime. Nei dintorni dell'abitato, la venerata chiesetta di San Syagrio, il vescovo di Nizza che, visitando Buggio per le cresime annuali, divenuto Santo, ne ebbe dedicato una chiesa. In paese, nei vicoli, su per le stradine, fin sulla rocca, si vive un'atmofera fuori dal tempo, che dispone a passeggiate salutari e ricreative di vigna in vigna, di uliveto in uliveto, su per le "Bandite", verso boschi e pascoli, fino al Monte Ceppo, al Pietravecchia, al Toraggio, a diretto contatto con un'infinità di specie botaniche di grande rarità e con la possibilità di avvistare, sull'antica strada del sale o slu sentiero degli Alpini, marmotte, esemplari di Biancone o di aquila reale, la cui presenza certifica l'ambiente come ancora incontaminato.
Il centro storico è dominato dalla chiesa di San Michele costruita nel 1200 e rifatta nel XV secolo. La facciata in pietra nera, caratterizzata dalla statua di San Michele che uccide il demonio, è impreziosita dal rosone di marmo bianco costituito da dodici colonnine raffiguranti gli Apostoli che convergono al centtro dove c'è il vessillo dell'Agnus Dei. All'interno è conservato il Polittico del Canavesio dipinto nel 1500. A fianco della chiesa si innalza per 56 metri di altezza il campanile con cuspide in pietra squadrata.
CHIESETTA DOVE E' SEPOLTO IL PROFESSORE "MADONNA DELLE GRAZIE"