Carlo Domenico Ignazio Francesco Fea nacque qui a PIGNA il 4 Gugno 1753 da Giuseppe e Margherita Guarini.
Il nome Carlo gli vieni imposto il giorno 7, giorno del battesimo, ed è quello del suo padrino Carlo Doria, Marchese di Dolceacqua.
(Il padre Giuseppe, sembra fosse originario di Buggio. Infatti, nessun Fea appare residente nel capoluogo, mentre questo cognome esiste ancora oggi a Buggio).
La famiglia Fea ha una posizione molto brillante, infatti compera una grande campagna "Veglio". Giuseppe, Sposa Giovanissimo, Margherita Guarini, appartenente al ramo nobile della famiglia Guarini, il lustro del suo nome è la possibilità per i Fea di allargare il raggio delle relazioni. Ecco perchè troviamo come padrino del nostro Carlo, il marchese Doria.
Carlo appena giovanetto inzia i suoi studi, e a Nizza frequenta il liceo, entusiasmato della lettura dei libri, delle bellezze e della storia dell'Antica Roma e avendo avuto promesse di appoggio da due zii che vi risiedevano parte, ancora adolescenti per la città eterna.
A Roma si stabilisce presso uno zio, e li studia filisofia, teologia e giurisprudenza.
Egli veste ben presto l'abito Talare quale fa onore tutta la vita.
Carlo Fea esordisce poi nello studio dell'archeologia, dopo un accurata preparazione storia.
L'archeologia è il suo sogno, egli svolge molte attività in quel campo, diventa consigliere nella commissione di governo per le antichità e le belle arti. Diventa socio di molte accademie: Accademia Romana di Archeologia, di S. Luca, dell'Arcadia, dei Lincei.
In quel periodo a Roma inizia l'epoca in cui si comincia a sentina una certa necessità e grandiosità, il desiderio di un ordinato restauro e di studio dell'antichità. All'epoca di Fea si fonda il museo Chiaramonti, si fanno lavori di isolamento al Phanteon, di rinforzo al Colosseo, di scavo al Foro Traiano, la sistemazione del Pincio e di Piazza del Popolo. (Al Pincio troviamo un busto marmoreo del nostro personaggio).
Fea vive bene fino a 83 anni dopodichè si ammala e muore nel 1836.
I funerali vengono celebrati i modo solenne a spese dello Stato Pontificio. Viene sepolto nella chiesa di S. Lorenzo di Lucina.
A lui è dedicata una strada nel quartiere Nomentano.
PIGNA ne ricorda i natali con la Piazzetta Carlo Fea dove in quel lontano 1753 egli nasce.
Carlo Fea, pur essendo andato via da PIGNA molto giovane, è sempre stato partecipe, a quel tempo, alla'attività del paese, per mezzo della sua famiglia.
Da un'indagine svolta, sono arrivato a conoscere un pronipotedel grande archeologo.
Questa persona, che è ora proprietario di gran parte della campagna "Veglio" ha parlato così del suo avo.
(Premetto che la campagna "Veglio" si trovi ora nel Comune di Isolabona).
Carlo Fea nella campagna che un giorno fu dei suoi genitori ha fatto costruire una chiesa, (da poco restaurata appunto dal S. Rebaudo), dedicata alla Madonna della Neve, una chiesa di struttura esagonale su modello di S. Maria Maggiore a Roma, con un quadro antichissimo e di gran valore appunto dedicato alla Madonna. Da questa costruzione possiamo capire che Carlo Fea era rimasto in contatto con il suo paese natale, ed avevo voluto una chiesa sullo stesso modelli di una di Roma dove egli lavorava e viveva.
Sulla campana c'è una scritta che corrisponde alla data di morte (1836) del nostro personaggio.
Molto probabilmente questa chiesa sarà stata inaugurata in quell'anno e stata poi oggetto di culto per molto tempo. Poi dimenticata e oggi nuovamente restaurata.
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